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La rabbia è una delle emozioni più comuni tra gli adolescenti, ma spesso viene fraintesa come segno di cattiveria o mancanza di valori. Tuttavia, la rabbia può essere una risposta naturale e sana a situazioni difficili o stressanti che gli adolescenti possono incontrare durante il loro sviluppo.

Secondo il psicoterapeuta Alfio Maggiolini, autore di “Pieni di rabbia“, la rabbia può derivare dalla disperazione causata da ostacoli che l’adolescente percepisce come insormontabili. Tali ostacoli possono includere la pressione sociale, la difficoltà nell’affrontare i cambiamenti fisici e emotivi, la separazione dai genitori, l’insicurezza e la confusione riguardo al proprio futuro.

Per gestire la rabbia, Maggiolini suggerisce che gli adolescenti imparino a riconoscere e comprendere le proprie emozioni, ad esprimere le proprie necessità e limiti in modo assertivo e a sviluppare strategie di coping per affrontare gli ostacoli. Inoltre, è importante che gli adulti, compresi i genitori e gli insegnanti, ascoltino e sostengano gli adolescenti durante questo periodo di transizione.

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La rabbia negli adolescenti e la Generazione Z

La rabbia è un’emozione universale che rappresenta una reazione tipica degli esseri umani a situazioni di minaccia, frustrazione o vergogna. È particolarmente frequente nei soggetti di sesso maschile durante l’adolescenza, periodo caratterizzato da notevoli cambiamenti psicofisici e da fattori socio-economici e individuali.

Tuttavia, la Generazione Z, ovvero gli adolescenti di oggi, sembra non mostrare una maggiore propensione alla rabbia rispetto al passato. Al contrario, le emozioni dominanti sono la vergogna e la tristezza. L’utilizzo di internet da parte di questa generazione non sembra suscitare rabbia, ma piuttosto una necessità di costruire la propria identità sulla base di un’opposizione tra esporsi e nascondersi, inclusione ed esclusione.

In generale, gli adolescenti di oggi sembrano essere meno ribelli e più orientati alla tristezza e all’infelicità. Questo dato rappresenta una sfida importante per la psicologia dell’adolescenza, che deve fare i conti con un cambiamento di paradigma rispetto al passato e sviluppare nuove strategie per comprendere e gestire le emozioni di questa nuova generazione di adolescenti.

Motivazioni alla base dell’aumeto della rabbia negli adolescenti

La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla società e sulla salute mentale delle persone, in particolare dei giovani. Come evidenziato nel testo, ci sono state diverse manifestazioni di reazioni rabbiose che si sono verificate a causa della situazione di isolamento sociale e delle difficoltà economiche e sociali che molte famiglie hanno dovuto affrontare.

L’aumento dei comportamenti autolesivi e dei disturbi alimentari tra i giovani è preoccupante e richiede un’attenzione particolare da parte dei professionisti della salute mentale. Inoltre, l’aumento della violenza filio-parentale e delle risse tra i giovani richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni e delle comunità locali.

È importante fornire ai giovani opportunità di relazione e di partecipazione alla vita sociale, soprattutto in questo momento di ripresa post-pandemica. Allo stesso tempo, è fondamentale sensibilizzare le famiglie sulle conseguenze negative della violenza e fornire loro strumenti per gestire lo stress e i conflitti in modo costruttivo.

La rabbia persistente può portare a comportamenti problematici e violenti

La rabbia è un’emozione naturale e normale che può essere scatenata da una varietà di circostanze, come la frustrazione, la minaccia o l’ingiustizia. Tuttavia, quando la rabbia diventa persistente nel tempo e si trasforma in uno stato emotivo di base, può diventare problematica e portare a comportamenti violenti e autolesionistici.

In particolare, i giovani che vivono in uno stato di rabbia perenne possono affrontare ogni situazione con spirito di rivendicazione e diventare violenti senza alcun pretesto giustificabile. Questo può portare a comportamenti aggressivi verso oggetti o anche verso le persone, con diverse modalità espressive.

Ad esempio, alcuni individui esprimono la loro rabbia in modo verbale o argomentato, mentre altri possono essere inclini a usare la violenza fisica. Inoltre, la rabbia può essere espressa in modo impulsivo, come risposta a una minaccia o un insulto, o in modo freddo e programmato, senza alcun motivo contingente.

In particolare, l’aggressione a freddo rappresenta la forma più preoccupante di espressione rabbiosa, poiché indica un malessere emotivo profondo che richiede un intervento immediato da parte dei professionisti della salute mentale.

Contrastare la violenza senza punire

Il contrasto al comportamento violento richiede un’azione decisa da parte degli adulti, tuttavia non è sufficiente una logica sanzionatoria e punitiva per risolvere il problema. È importante distinguere tra una prima risposta immediata e quella più ponderata e strategica, che cerca di comprendere le ragioni e le intenzioni alla base del comportamento.

Restaurare l’autorità del mondo educativo nei confronti dei ragazzi non può avvenire solo attraverso punizioni e sanzioni, ma occorre rispondere al bisogno evolutivo che sta alla base del comportamento violento. La deterrenza non è sufficiente per produrre un cambiamento positivo, ed una reazione punitiva può addirittura avere un effetto contrario, aumentando il rischio di recidiva. Serve quindi un intervento complesso e mirato che comprenda una profonda comprensione delle esigenze dei ragazzi e un’attenzione particolare alle dinamiche familiari e sociali.

La necessità di un atteggiamento empatico e comprensivo

Per gestire la rabbia negli adolescenti, è necessario un atteggiamento empatico e comprensivo da parte dei genitori e degli adulti che li circondano. Invece di punire o reprimere la rabbia, è importante cercare di capire le motivazioni profonde che la provocano e fornire ai ragazzi gli strumenti per esprimerla in modo adeguato e per controllarla. L’interrogarsi sulle proprie azioni e comportamenti può aiutare i genitori a capire se la rabbia dei loro figli può essere una reazione a eventuali mancanze o carenze nella relazione con loro. Anche il ricorso a uno specialista può essere utile, ma deve essere proposto come una possibilità e non come un obbligo. L‘obiettivo finale è quello di aiutare gli adolescenti a comprendere la propria rabbia e a gestirla in modo efficace, piuttosto che impedirne le manifestazioni.

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