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Prima della “Scuola dei grandi”

L’esperienza della scuola materna è da considerarsi per tutti i bambini come utile e funzionale ai fini della “socializzazione secondaria”. Dopo aver appreso ad interagire con i familiari (figure di riferimento genitoriali e altri parenti), il bambino ora si relaziona con altri coetanei, aventi caratteri e atteggiamenti diversi, da interpretare e apprendere. Così si ritrova a cercare di comprendere le intenzioni altrui e catalogarle come “buone” o “cattive”, a seconda delle conseguenze di un comportamento messo in atto.

Apprendimento del comportamento

L’apprendimento di nuovi modelli di comportamento messi in atto dai suoi coetanei lo porterà a sviluppare nuove strategie di interazione sociale da utilizzare in situazioni simili a quelle che ha già sperimentato. Il bambino è in grado di adattarsi proprio perché viene continuamente modificato dalle interazioni con l’ambiente (Kantor, 1959).

Secondo l’ottica comportamentista, tutte le risposte di ogni individuo si suddividono in due categorie: rispondenti (riflessi) e operanti (Skinner,1938). Il comportamento rispondente è rafforzato o indebolito dagli stimoli che lo precedono; quello operante da quelli che lo seguono. Nel primo caso, ad esempio, il bambino apprende istintivamente a chiudere gli occhi se un altro gli schizza l’acqua in faccia o a pararsi con il braccio per evitare di essere colpito durante un gioco di lotta verosimile, influenzato magari da un cartone animato visto in tv.

Nel secondo caso, ad esempio, il bambino apprende che se afferra un giocattolo di un altro senza prima avergli chiesto il permesso il suo compagno può reagire protestando con rabbia manifesta o anche attuando un comportamento di difesa fisica. La frustrazione che proverà a seguito della reazione negativa del suo amichetto contribuirà ad insegnargli il modello di comportamento alternativo. Quindi dopo questa esperienza imparerà che non si devono prendere le cose degli altri senza che loro abbiano acconsentito.

Il rapporto interpersonale si apprende sul campo, non si insegna. In condizioni di comportamento problematico, le abilità sociali possono essere suggerite per favorire il processo naturale di apprendimento ad interagire nel mondo. La scuola primaria dunque può essere considerata a tutti gli effetti una specie di “palestra emotiva” che prepara l’individuo allo step successivo (la scuola secondaria o elementare).

Per approfondire:

CORSO ONLINE: Il Metodo Montessori – l’importanza del contesto e dell’autonomia

Verso la “Scuola dei grandi”

Il primo traguardo della lunga carriera scolastica di un individuo è stato raggiunto, il bambino ha terminato i tre anni di scuola materna. Possiamo paragonare la conclusione di questo ciclo alla prima tappa di una gara.

A questo punto entreranno in gioco alcuni aspetti da tenere in considerazione:

  • Entusiasmo
  • Scoperta
  • Attesa
  • Aspettative
  • Ansia da prestazione
  • Pressioni
  • Incertezza
  • Paura

L’entusiasmo sicuramente riguarda il fatto che il bambino sta crescendo e imparerà presto a leggere e scrivere per fare poi altri progressi. Questa sensazione positiva si riversa anche sulla scelta di astuccio, quaderni e zaino; il bambino può esprimere il suo gusto tramite la personalizzazione dei suoi accessori scegliendone il colore, il decoro e la forma. Il fatto di avere sul proprio zaino rappresentato un personaggio amato (Spiderman, le Winx…) può indurre nei piccoli scolari un senso di sicurezza dovuto proprio alla compagnia del “supereroe” fantastico che li accompagna in modo rassicurante in un luogo nuovo ed estraneo. 

È bene rinforzare le aspettative del bambino che prova entusiasmo nell’apprendere qualcosa di nuovo che gli permetterà di conoscere meglio il mondo ed agire in modo attivo su di esso. Le aspettative però, non devono trasformarsi in pressioni esercitate sul minore ad imparare in fretta, secondo una tempistica stretta.

Il rovescio della medaglia di emozioni e stati d’animo descritti, infatti, può essere costituito da:

  • Incertezza del nuovo 
  • Paura di sbagliare e non essere all’altezza del compito
  • Ansia da prestazione dovuta alle eccessive aspettative

Al bambino viene detto che imparerà “qualcosa di nuovo”, che non conosce e gli è estraneo, automaticamente nella sua testa si formeranno alcune domande sulle sue capacità di raggiungere l’obiettivo in modo efficace, come desiderano e si aspettano gli adulti intorno a lui. La paura di sbagliare e il conseguente senso di inadeguatezza, può portarlo a sperimentare ansia al pensiero di non riuscire ad eseguire correttamente un compito prefissato e stabilito dalle persone adulte.

Verso la “scuola dei grandi” con serenità

In realtà si deve considerare il fatto che ognuno ha i suoi tempi di apprendimento e non è utile forzare un alunno ad apprendere in condizioni non ottimali, perché un livello eccessivo di ansia può portare al disagio non funzionale e quindi al risultato opposto a quello auspicato.

È preferibile vivere questa fase del bambino in modo naturale, tranquillo e sereno, sottolineando la sua prima tappa raggiunta (la fine della scuola materna), complimentandosi con lui per essere cresciuto e pronto per un nuovo percorso.

Dopo aver scelto insieme quaderni, astucci, diari e zaini, può essere utile mettere tutto nell’armadio e tirare fuori invece secchielli, palette, formine, ciambelle da mare, palla e racchette da ping-pong per trascorrere insieme “l’ultima estate prima della scuola dei grandi”.

Per approfondire:

MANUALE DI INSEGNAMENTO DELLE ABILITA’ SOCIALI, E. Mc Ginnis, A.P. Goldstein, R. P. Sprafkin e N.J. Gershaw,  2013,  Erickson

ANALISI COMPORTAMENTALE DELLO SVILUPPO INFANTILE, Sidney W.Bijou, 1997, McGraw-Hill

di Elisa Della Croce