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Giocare al ritmo della musica facilita l‘apprendimento del linguaggio nei bambini, poiché li aiuta a distinguere le diverse sfumature dei suoni. Nei bambini esposti precocemente alla musica, la corteccia uditiva e quella prefrontale, che gestiscono l’attenzione e altre capacità cognitive, si attivano più velocemente e intensamente.

La musica stimola il linguaggio

Far giocare i bambini molto piccoli al ritmo della musica, avviandoli a una forma iniziale di educazione musicale, stimola l’attività cerebrale e migliora le capacità di apprendimento del linguaggio. Questo è quanto emerso da una ricerca condotta da T. Christina Zhao e Patricia K. Kuhl dell’University of Washington Institute for Learning & Brain Sciences a Seattle, pubblicata sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Come la musica, anche il linguaggio è caratterizzato da marcati modelli ritmici. La scansione temporale delle sillabe aiuta a definire i suoni vocali, permettendo di distinguerli e comprendere ciò che viene detto. Questa capacità di identificare le differenze nei suoni del linguaggio aiuta i bambini a imparare a parlare.

I bambini sperimentano un mondo complesso in cui suoni, luci e sensazioni variano continuamente. Il compito del bambino è riconoscere i modelli di attività e prevedere ciò che accadrà dopo. La percezione dei modelli è un’importante abilità cognitiva, e il miglioramento precoce di questa capacità può avere effetti duraturi sull’apprendimento.

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Vecchi e nuovi risultati

Precedenti ricerche avevano già dimostrato che la formazione musicale nella prima infanzia migliora l’elaborazione dei suoni musicali e delle parole. Tuttavia, tali studi avevano confrontato musicisti con persone prive di educazione musicale, lasciando spazio all’ipotesi che le differenze potessero essere legate a competenze intrinseche determinate geneticamente.

Un nuovo studio ha esaminato un gruppo di bambini di nove mesi, metà dei quali ha partecipato a sessioni di gioco al ritmo della musica per una settimana. Alla fine della settimana, i ricercatori hanno utilizzato la magnetoencefalografia (MEG) per osservare i bambini mentre ascoltavano una serie di suoni musicali e vocali.

I risultati hanno mostrato che l’intensità e la velocità di attivazione della corteccia uditiva e della corteccia prefrontale – responsabili di capacità cognitive come il controllo dell’attenzione e la rilevazione dei modelli – erano superiori nel gruppo di bambini che aveva partecipato alle sessioni di gioco con la musica. Questo suggerisce che tali sessioni abbiano migliorato la capacità dei neonati di rilevare i modelli sonori.

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