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Lo sviluppo dell’attività grafico-pittorica nel bambino

Il bambino inizia a tracciare i primi segni su un foglio intorno ai 12 mesi di vita, quando l’adulto che si prende cura di lui gli proporrà questo nuovo gioco; da questo momento il bambino inizierà a sperimentare le possibilità di espressione con nuovi e semplici strumenti, fogli e matite colorate o pennarelli, e troverà piacere nel lasciare una traccia di sé nell’ambiente in cui si relaziona e fa nuove esperienze.

Lo sviluppo della capacità grafico-pittorica procede gradualmente in relazione allo sviluppo cognitivo, affettivo e sociale ma anche in relazione alla possibilità del bambino di esercitarsi con il disegno.

Le ricerche hanno delineato alcune fasi di sviluppo trasversali a culture e ceti sociali: ad una stessa età i bambini produrranno disegni con caratteristiche grafiche evolutive simili, senza che la cultura di appartenenza o il ceto sociale possano interferire.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli stadi dello sviluppo grafico-pittorico e a quali età si manifestano:

– Stadio dello scarabocchio disordinato: il bambino traccia segni disordinati sul foglio, con movimenti non controllati né equilibrati in relazione al supporto a disposizione;

– Stadio dello scarabocchio ordinato: il bambino ha un controllo maggiore dei movimenti del braccio e della mano sul foglio ed inizia a tracciare sul foglio delle prime linee chiuse riconoscibili tra le linee confuse e casuali, a queste prime linee chiuse circolari o spezzate non è ancora possibile attribuire un significato simbolico condiviso;

– Stadio delle forme: il bambino inizia ad avere un controllo maggiore dei movimenti e ad attribuire un significato simbolico ai suoi scarabocchi; alle espressioni grafiche si uniscono le verbalizzazioni del bambino.

– Stadio preschematico: intorno ai 3-4 anni e fino ai 6 anni il bambino utilizza i colori in modo arbitrario, legato alle emozioni; la motivazione artistica principale dei bambini è data dalle esperienze;

Stadio schematico: tra i sei e i sette anni nei disegni dei bambini compaiono schemi grafici ben definiti, strettamente individuali e variabili in relazione alle esperienze, il bambino inoltre inizia ad utilizzare il colore in modo convenzionale, realistico;

Stadio del realismo intellettuale: verso gli otto anni il bambino rappresenta la realtà come la conosce piuttosto che come la vede, quindi tenderà a disegnare sia gli elementi visibili che quelli nascosti di un oggetto;

Stadio del realismo visivo: a 8-9 anni il bambino conforma gli schemi grafici all’apparenza visivo-fenomenica e gradualmente impara a rappresentare la profondità e la spazialità proiettivo-euclidea.

Stadio del realismo nascente: tra i 9 e gli 11 anni lo sviluppo ormai completo dell’intelligenza permette al bambino il superamento del precedente schematismo grafico in una notevole varietà di rappresentazioni e sfumature di colori.

Conoscere le fasi dello sviluppo tipico della capacità grafica del bambino è il requisito iniziale ed indispensabile per leggere i disegni; a questo importante elemento se ne aggiungono altri di pari importanza:

o La disposizione nello spazio;

o Il punto di partenza;

o L’impugnatura;

o La pressione;

o La forma prevalente;

o Il tratto;

o Gli strumenti scelti;

o Le dimensioni;

o Il dinamismo;

o I colori;

o L’eventuale presenza di distorsioni o esagerazioni;

o Le trasparenze;

La lettura del disegno spontaneo del bambino dovrà considerare tutti questi elementi nel loro insieme, un solo particolare anomalo molto probabilmente non sarà significativo se tutti gli altri elementi risultano adeguati.

BIBLIOGRAFIA

Cannoni E., Il disegno dei bambini, Carocci;

Crotti E., Magni A., Non sono scarabocchi. Come interpretare i disegni dei bambini;

Federici P., I bambini non ve lo diranno mai… Ma i disegni si, Franco Angeli/ Le Comete;

Quaglia R., Manuale del disegno infantile. Storia, sviluppo, significati, UTET.

Dott.ssa Sara Di Febo, Psicologa