L’empatia è la capacità di comprendere il punto di vista e lo stato emotivo di un’altra persona, attraverso l’adozione della prospettiva dell’altro e una risposta emotiva appropriata. Questa competenza si sviluppa durante l’infanzia, in concomitanza con lo sviluppo cognitivo e sociale e la formazione dell’identità personale, che consente di distinguere i propri stati emotivi da quelli degli altri.
È importante parlare di emozioni con i bambini per diversi motivi. In primo luogo, il riconoscimento e la comprensione delle emozioni degli altri sono fondamentali per stabilire relazioni interpersonali significative. Inoltre, l’empatia è un’abilità cruciale per la risoluzione dei conflitti e per la creazione di un clima di solidarietà e collaborazione.
Inoltre, la comprensione delle proprie emozioni e la capacità di esprimerle in modo adeguato sono anch’esse importanti competenze socio-emotive che favoriscono lo sviluppo di una sana autostima e la capacità di regolare le proprie emozioni in modo efficace.
L’empatia è una competenza essenziale per il benessere psicologico e relazionale degli individui, e la sua promozione fin dai primi anni di vita è fondamentale per lo sviluppo di una società più empatica e collaborativa.
Evoluzione Emotiva dei Bambini: Le Fasi dello Sviluppo
Nel corso dei primi anni di vita, i bambini attraversano una serie di fasi nello sviluppo dell’empatia. Inizialmente, i bambini sperimentano il cosiddetto “contagio emotivo”, ovvero l’emozione dell’altro arriva al bambino come se fosse la propria, senza riuscire a distinguere il sé dall’altro.
Successivamente, il bambino inizia a percepire il dolore altrui in modo egocentrico, cercando di consolare l’altro nella maniera in cui vorrebbe essere consolato lui, o cercando di calmare l’altro per placare il proprio disagio.
Tuttavia, intorno ai 6-7 anni, i bambini iniziano ad affinare la loro capacità di percepire che le proprie emozioni e quelle dell’altro possono essere diverse. In questa fase, diventa importante comunicare i propri stati d’animo e sentimenti ad altri, poiché può aiutare a ridurre il loro malessere.
Successivamente, intorno all’età di 9-10 anni, i bambini iniziano a comprendere il legame tra le caratteristiche di personalità dell’altro e il suo comportamento, sviluppando una maggiore capacità di tarare la propria risposta empatica sulle caratteristiche uniche dell’altro, date dalla sua storia e dalle sue esperienze.
Intorno ai 13 anni, con l’adolescenza, la capacità empatica diventa più stabile e complessa, con un maggiore livello di consapevolezza e una maggiore comprensione dell’altro, anche a livello di pensieri e motivazioni.
Lo sviluppo dell’empatia è un processo graduale che richiede tempo e esperienza, e che coinvolge una serie di fasi, dalle prime forme di contagio emotivo all’affinamento della capacità di percepire le differenze emotive e l’attenzione alla personalità dell’altro. Questo sviluppo è un fattore chiave per la creazione di relazioni significative e la promozione della cooperazione e della solidarietà nella società.
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Una competenze di tutti?
L’empatia è una competenza che non si sviluppa in modo automatico e uniforme in tutti gli individui. Alcune persone sono naturalmente molto empatiche, mentre altre meno, e alcune possono avere difficoltà a percepire gli stati emotivi degli altri, fino a livelli patologici come nel disturbo narcisistico di personalità.
Tuttavia, è fondamentale che gli adulti che lavorano o vivono a contatto con i bambini – in primis genitori, educatori e insegnanti – incoraggino lo sviluppo delle competenze empatiche attraverso l’educazione emotiva.
Nel processo di costruzione della capacità empatica, le interazioni relazionali assumono un ruolo fondamentale perché costituiscono le esperienze fondamentali che permettono al bambino di sentirsi ascoltato e accolto, ma anche di osservare e comprendere le reazioni emotive degli altri. Ad esempio, osservare la reazione rabbiosa o triste di un altro bambino di fronte a una presa in giro o ad un’umiliazione lo aiuterà a capire che le parole e le azioni hanno un effetto sugli altri e che alcuni commenti possono causare sofferenza, sorpresa o rabbia.
Osservare l’espressione del viso, il cambiamento nel tono della voce, la diminuzione del contatto visivo sono tutte esperienze che consentono al bambino di apprendere, giorno dopo giorno, a capire le proprie ed altrui emozioni e di sviluppare l’empatia.
La teoria della mente
Educare alle emozioni è un elemento cruciale per lo sviluppo di competenze empatiche e della Teoria della Mente, una capacità psicologica che ci consente di comprendere che l’Altro ha emozioni, stati mentali, intenzioni e motivazioni autonome, diverse dalle nostre. Essa ci permette di prevedere e spiegare i comportamenti degli altri, anche quando sono molto differenti dai nostri. Questa competenza è particolarmente importante in una società sempre più multiculturale, dove le differenze culturali possono creare paura e incertezza.
La Teoria della Mente e la competenza empatica sono dunque fondamentali per costruire una società accogliente e cooperante, dove le differenze culturali non sono viste come un ostacolo ma come un’opportunità di crescita e arricchimento. Educare i bambini alle emozioni è essenziale per aiutarli a sviluppare queste competenze e per creare una società più comprensiva e inclusiva.
Gli adulti, in particolare i genitori, gli educatori e gli insegnanti, devono stimolare la comprensione e l’accettazione delle emozioni, creando occasioni per gli scambi relazionali. Gli scambi relazionali, infatti, costituiscono esperienze fondamentali che permettono ai bambini di sentirsi ascoltati e compresi, ma anche di comprendere le reazioni emotive dell’Altro.
L’educare alle emozioni è una pratica importante per aiutare i bambini a sviluppare la Teoria della Mente e la competenza empatica, capacità fondamentali per costruire una società inclusiva e cooperante in un mondo sempre più multiculturale.
L’impatto del web sulla nostra empatia
L’utilizzo delle nuove tecnologie per la comunicazione tra bambini e preadolescenti solleva interrogativi riguardo alla formazione di una competenza empatica efficace. Il fatto che sempre più spesso i bambini si comunicano attraverso WhatsApp, SMS o social network, senza vedersi né sentire la voce dell’altro, potrebbe impedire loro di sviluppare le capacità relazionali necessarie per diventare animali sociali adeguati. Inoltre, questo tipo di comunicazione può portare a comportamenti inappropriati come il bullismo o l’insensibilità verso le emozioni altrui.
Senza avere l’altro fisicamente presente e senza sentire la sua voce, i bambini rischiano di perdere l’opportunità di fare esperienze sociali significative che permettono loro di imparare a comprendere gli stati mentali dell’altro, le loro emozioni e le loro intenzioni, e di conseguenza di imparare a relazionarsi con gli altri in modo empatico. Questa capacità è fondamentale per creare relazioni sociali significative e per costruire una società accogliente e rispettosa delle differenze. Perciò, è importante che i genitori e gli educatori guidino i bambini verso modalità di comunicazione che promuovano la presenza fisica e la voce, così come l’ascolto attivo e l’attenzione all’altro.
Per approfondire:
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