Il disegno INFANTILE
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Il disegno della famiglia: le esitazioni, l’aggiunta di personaggi o animali

La lettura del disegno ci parlerà tanto più del bambino quanto più saremo presenti durante l’esecuzione del disegno: in questo modo saremo in grado di osservare con discrezione il comportamento del bambino mentre disegna, il suo modo di relazionarsi con gli strumenti, noi stessi ed eventualmente il gruppo dei pari.

Se siamo presenti mentre il bambino sta disegnando la famiglia, sarà facile anche notare il tempo che impiega per rappresentare ciascuna figura: non è necessario segnare il tempo impiegato, ma importante osservare se ci sono notevoli differenze tra un personaggio e gli altri. Ad esempio, se il tempo maggiore impiegato per disegnare la mamma è correlata con la ricchezza di dettagli con cui il bambino ha arricchito la figura rispetto alle altre, allora il tempo sarà giustificato, se al contrario al tempo impiegato non corrisponderà ricchezza di dettagli, ma una figura scarna, allora potremmo leggervi una difficoltà relazionale ed emotiva manifestata nella lentezza e nelle esitazioni durante la rappresentazione.

Inoltre, se mentre disegna il bambino cancella o corregge ripetutamente un personaggio potrà comunicare il disagio emotivo del bambino nei confronti di quel membro della famiglia, disagio tradotto in errore grafico.

Per capire bene il disegno del bambino è necessario conoscerlo, sapremmo allora se il numero di personaggi disegnati corrisponde alla realtà, in caso contrario il piccolo artista potrà aver aggiunto oppure escluso un membro nel suo disegno; nel primo caso, dobbiamo considerare che il bambino potrebbe inserire nel disegno della famiglia anche figure relazionali importanti che però non appartengono realmente al suo nucleo familiare, come ad esempio un nonno, una zia o una babysitter.

Il bambino potrebbe inserire membri della famiglia defunti, in questo caso sarà importante sapere quanto tempo prima il bambino e la famiglia hanno vissuto il lutto: se il bambino ha rappresentato il membro della famiglia defunto insieme a tutte le altre figure, senza differenze, come se fosse ancora vivo, molto probabilmente non ne avrà ancora elaborato la perdita e questo sarà normale se la morte è vicina nel tempo, potrebbe invece esserci un blocco emotivo se la morte è ormai avvenuto da diverso tempo.

Una possibilità comune nei bambini per continuare a rappresentare un membro della famiglia morto, senza escluderlo dal disegno in quanto sente il bisogno di rappresentarlo e in qualche modo sentirlo vicino emotivamente, ma separandolo cognitivamente dalla realtà presente, è disegnarlo nelle sembianze di un angelo, collocandolo quindi sulla parte alta del foglio, a volte poggiato su una nuvoletta.

Nel caso in cui il disegno della famiglia sia arricchito dalla presenza di un animale dobbiamo distinguere fra tre possibilità di lettura:

1. Il bambino ha un animale, per esempio un cane o un gatto, che sente a tutti gli effetti un membro della sua famiglia, di conseguenza lo rappresenta insieme agli altri personaggi “umani”;

2. Il bambino non vive con un animale domestico, ma lo rappresenta: in questo caso potrebbe esprimere il forte desiderio di avere ad es. un cane o un gatto (in relazione all’animale scelto) oppure, più in generale, il bambino avrà espresso in questo modo una mancanza affettiva da colmare;

3. Il bambino disegna un animale aggressivo, vicino o al posto di un membro della famiglia: il bambino esprime la sua conflittualità emotiva, la sua aggressività, nei confronti del personaggio rappresentato vicino all’animale o addirittura del personaggio che l’animale sostituisce. In questo modo proietta sull’animale l’aggressività, il conflitto emotivo: è una rappresentazione con funzione “catartica”, liberatoria, rispetto all’emotività emergente nella relazione.

Un elemento molto importante nella lettura del disegno della famiglia è l’esclusione di uno o più personaggi: il membro escluso potrebbe essere realmente assente, ad esempio per lavoro, oppure il bambino esprime in questo modo un’assenza o conflittualità nella relazione emotiva.

Infine il rappresentarsi per ultimo o addirittura escludersi dal disegno della famiglia potrebbe rappresentare un senso di esclusione vissuto dal bambino, un vivere le relazioni emotive familiari con forte senso di marginalità: è sempre importante considerare che il vissuto emotivo, l’elaborazione espressa dal bambino e la realtà delle cose spesso non sono coincidenti o simili, quindi, il disegno del bambino è da considerare la rappresentazione grafica del suo mondo interiore e non una fotografia della famiglia.

Dott.ssa Sara Di Febo, Psicologa